Mentali fragili equilibri.
Emanuela Betti
Il nuovo spazio della Galleria Romberg accoglie la mostra di Luca Piovaccari, il quale presenta per la prima volta installazioni che conducono la sua nuova ricerca spaziale ed espressiva verso l'uso di materiali poveri e recuperati da magazzini di fabbriche o semplicemente per strada.
Anche queste opere, come le già note installazioni a parete con l'uso di fili e chiodi, non sono che la metafora del paesaggio - seppur sintetico - verso il quale Piovaccari ha sempre nutrito un vivo interesse, e la leggerezza degli elementi utilizzati ci narrano la vita e l'essenza del visibile assoluto collocato nella natura aperta e negli spazi infiniti.
Il disegni proposti in mostra, adagiati all'interno di piccole scatole appese alle pareti, affermano la spiccata qualità dell'artista nel definire la propria idea di paesaggio e sembrano derivare da uno sguardo evanescente e tuttavia preciso, suggestionato e tuttavia tagliente: rimandano infatti allo sguardo incerto di una dimensione onirica (lo sguardo che fluttua sulle cose durante il sogno senza mai riuscire ad afferrarle) e tuttavia - al tempo stesso - compatto come lo sono le idee chiare e perfettamente delineate di chi sa che cosa vuole ottenere per mezzo di una rappresentazione (che è sempre anche conoscenza piena) del reale.
La musica sperimentale, ottenuta tramite suoni digitali, e il video, che presenta acqua in continuo movimento, sono nuove espressioni utilizzate dall'artista per questa mostra.
L'acqua è l'elemento che si può ricondurre più direttamente alle fotografie stampate su acetato (presenti anch'esse in mostra): è metafora di occultamento del reale che si svela in un sol colpo delineando, appunto, la manifestazione dell'esigenza che è quella di comprendere il segreto che si cela dietro i fenomeni reali.
Exibart on line ,25 marzo 2011.