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Laura Sansavini

LUCA PIOVACCARI - STATI DI NATURA

La Natura, è punto di partenza e punto di arrivo, sia sul piano logico e della conoscenza, sia su quello ontologico. La Natura, quindi, non può essere considerata una cosa statica: al suo interno si esplica una attività. Ora, se consideriamo che tutte le cose sono nella Natura, l'azione di questa non può svolgersi che su se stessa, provocando però uno sdoppiamento fra soggetto (Natura naturans) e oggetto (Natura naturata). All'interno di questo processo dinamico della Natura emerge con chiarezza il problema del rapporto fra libertà e necessità.
B. Spinoza, Etica, Parte prima, Prop. XXIX

Natura naturans e natura naturata, natura viva e creata, pensiero ed estensione. Attraverso alcune categorie dialettiche di ispirazione filosofica è possibile addentrarsi, proprio come se si percorresse un viaggio all'interno di un fitto bosco, nell'opera di Luca Piovaccari.
La natura, protagonista delle sue creazioni, in gran parte fotografiche, è una potenza generatrice viva e pulsante, ma dalla linfa congelata perchè messa sotto vetro, in una osservazione statica in cui lo spettatore diventa il viaggiatore interno che percorre idealmente il sentiero dell'opera viva.
L'analisi che ne scaturisce è certamente intimistica, più riflessiva che interventistica, ma sicuramente rivoluzionaria. Non si tratta infatti di una mera documentazione, di fotogrammi asettici della natura, nelle sue diverse e molteplici versioni: dai cumuli di cemento, ai giardini, o alle lande desolate.
La decostruzione architettonica dei luoghi, o non-luoghi, che sta alla base della sua ricerca artistica, sottende al suo interno un processo di straniamento dello spettatore, voluto e ottenuto.
A convalidare questo effetto contribuisce anche il supporto plastico più spesso utilizzato da Piovaccari, l'acetato, che separa, come una pellicola trasparente il mondo reale dall' "altra dimensione".
Come scrive Marc Augè nella sua antropologia della surmodernità, lo spazio come pratica dei luoghi o non-luoghi deriva da un passaggio, meglio definito come doppio spostamento: del viaggiatore e del paesaggio di cui egli ha sempre delle visioni parziali, delle istantanee ricomposte attraverso il filo di una narrazione viva nella sua memoria.
Più spesso negli scatti di luce dell'artista, nato a Cesena nel '65, ma ora attivo e noto ben oltre i confini della propria terra, si coglie un rapporto ancora una volta antitetico tra sguardo e paesaggio, in cui lo spettatore si mette alla prova all'interno dello spazio del sè prima che del paesaggio.
Quello di Piovaccari non è certamente un lavoro mosso dall'intento del bello, inteso strettamente come surreale paesaggio multicolor con effetto "da cartolina".
Nelle opere di questo artista paesaggio più spesso coincide con passaggio, dove il viaggiatore-spettatore ritrova la propria identità archetipa con la natura naturans, generatrice.
Questa stessa che Piovaccari crea in acetato e a cui toglie la vita archiviandola dietro una patina di plastica. La natura viva e pulsante si trova dunque rinchiusa in un corpo di petrolio, emblema della globalizzazione odierna, in contrasto con la natura archetipica che attraverso l'obiettivo il fotografo ha voluto riprodurre.
Gli spettatori, ospiti dei giardini di Piovaccari si ritrovano a dialogare sugli stati di natura possibili all'interno di quesi microcosmi organici e plastici allo stesso tempo.
Così lo stesso artista si esprime sul proprio fare arte: " [...] Figure e paesaggi di plastica che si nutrono del reale ma che estraniano il loro modo di essere e per assurdo diventano altro. Nelle mie ricognizioni prediligo le zone o quelle situazioni che si vengono a trovare ai margini, momentaneamente desolate, luoghi come linee di confine degradate e fragili, come le periferie che catturano lo sguardo e indagano la visione del paesaggio che per me anche se a Cesena potrebbero essere a Roma, Milano oppure a Berlino. Immagini fragili... e trasparenti... fatte di luce".
Il limite, il confine qui non è più la zona d'ombra ma diventa quella di luce e vita, sulla quale può innestarsi una nuova natura, funzionale ed estetica.

In Magazine, Cesena Marzo /Aprile 2007.

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